Hard Food – Lovero
Nuovamente in scena, a Lovero, il gruppo teatrale PGI Valposchiavo diretto da Gigliola Amonini ci porterà dentro le pieghe nascoste di un mondo che ci sembra tanto familiare e rassicurante, quello del cibo. Ma è davvero così?
Nuovamente in scena, a Lovero, il gruppo teatrale PGI Valposchiavo diretto da Gigliola Amonini ci porterà dentro le pieghe nascoste di un mondo che ci sembra tanto familiare e rassicurante, quello del cibo. Ma è davvero così?
Sperimentazione teatrale PGI Hard Food – Campocologno. Condotta da Gigliola Amonini, musiche di Ugo Altamore
Il Laboratorio teatrale Pgi per adulti condotto da Gigliola Amonini, propone un percorso formativo, dove ogni appuntamento diventa l’incontro con gli altri, con sé stessi e con la creatività. Da ora sono aperte le iscrizioni!
Il Laboratorio teatrale Pgi per adulti è dedicato ad adulti dai 18 ai 100 anni. Privilegiando l’aspetto ludico e aggregante dell’arte teatrale, propone un percorso formativo che permette di acquisire le tecniche teatrali di base o affinare quelle già in possesso in un clima festoso.
Il Laboratorio teatrale Pgi per adulti promuove da sempre la crescita della cultura teatrale con un occhio di riguardo verso la lingua italiana e l’aggregazione e il confronto di persone e di storie in un continuo scambio culturale fra Svizzera e Italia.
Infatti, il teatro è da sempre un potente mezzo creativo di comunicazione e socializzazione, ma anche luogo di spontaneità e originalità per ritornare alla vita quotidiana più ricchi ed energici.
Accompagnati dalla conduttrice Amonini, in un clima sereno e propositivo, si andrà alla scoperta del corpo che gioisce, saltella, riposa, piange e ride, ma soprattutto comunica, racconta.
Gli incontri si articoleranno in giochi ed esercizi interattivi per conoscersi e stare insieme, training attoriale, esercizi di respirazione e rilassamento, esercizi finalizzati all’ascolto, all’attenzione, alla concentrazione e all’interazione, tecniche di linguaggio del corpo, utilizzo della voce, analisi del testo teatrale, allestimento dello spettacolo e messa in scena.
La frequentazione del laboratorio teatrale prevede un incontro settimanale da gennaio a fine aprile 2020, che si tiene prevalentemente di giovedì, dalle ore 20.30 alle ore 22.30 presso Casa Besta.
Calendario incontri
Gennaio: giovedì 9-23-30
Febbraio: giovedì 6-13-20-27
Marzo: giovedì 5 – martedì 17 o mercoledì 18 – giovedì 26
Aprile: giovedì 2-16
Domenica 19 aprile – Prove continuate tutto il giorno
Giovedì 23 aprile – Prove generali
Sabato 25 aprile – Doppio spettacolo
Domenica 26 aprile – Doppio spettacolo
A seconda della disponibilità degli iscritti saranno fissate altre lezioni durante lo svolgimento del laboratorio.
Quest’anno il Laboratorio teatrale Pgi per adulti propone la sperimentazione teatrale dal titolo
Donne!
ispirata all’opera di Eduardo Galeano.
Donne da ricordare per il loro talento, per il coraggio con cui si sono addossate il peso di una causa, per la fierezza delle loro risposte al potere. In questa galleria di ritratti, fugaci e intensi, compaiono indimenticabili figure femminili: Frida Khalo, Ildegarda di Bingen, Tina Modotti, Saffo, Emily Dickinson, Marie Curie, Rosa Luxemburg e Sarah Bernhardt ma anche guerrigliere, streghe e sante il cui nome è stato dimenticato. E anche le prostitute che, nella Patagonia argentina, si negarono ai militari che avevano represso uno sciopero di braccianti. Attraverso memorie, riflessioni, provocazioni e poesia, la messa in scena ricostruisce le loro battaglie alla conquista di nuovi spazi di libertà celebrando la bellezza di esseri umani che hanno infranto le regole, superato la segregazione, violato le frontiere per difendere una dignità sempre precaria.
Eduardo Galeano (1940-2015), nato a Montevideo, in Uruguay, tra il 1973, anno del colpo di stato militare, e il 1985 ha vissuto in esilio in Argentina e in Spagna. E’ stato giornalista, saggista e scrittore.
Conduzione a cura di Gigliola Amonini
Gigliola Amonini, diplomata nel 1996 alla Scuola Teatrale biennale di dizione, recitazione, mimo e linguaggio del corpo promossa dal Comune di Sondrio in collaborazione con Teatriditalia (Elfo e Portaromana) sotto la Direzione di Fiorenzo Grassi, ha approfondito diverse tematiche con maestri della scena nazionale ed estera fra i quali Yves Lebreton, Claudia Contin, Mario Pirovano, Davide Iodice, Jurij Alschitz. Ha frequentato un corso di perfezionamento delle Tecniche Vocali con Francesco Mazza, corsi di canto con Carla Regina presso la Scuola Civica di Musica di Sondrio, corsi di ritmica e teatralità con Alessandro Ferrara e diversificati laboratori di narrazione e voce.
Ha iniziato il percorso di conduttrice di laboratori teatrali nelle scuole medie della provincia di Sondrio. L’approfondimento della conduzione di laboratori teatrali per adulti e ragazzi ha portato alla realizzazione e alla messa in scena una settantina di spettacoli teatrali.
Collabora con continuità con associazioni culturali come: Collabora con continuità con associazioni culturali quali: Associazione Quadrato Magico di Regoledo di Cosio Valtellino, Alpinscena, Assomidop-SondrioFestival, Pgi Valposchiavo. Per saperne di più visita il sito web: www.gigliolaamonini.it
Iscrizioni
Termine: entro il 7 gennaio 2020
Quota d’iscrizione: CHF 200; per soci Pgi CHF 160
Contatto per l’iscrizione: valposchiavo@pgi.ch – Tel. 0041 (0)81 834 63 17
Specificare nome e cognome, età, telefono e indirizzo mail. Verranno accettate le prime iscrizioni che perverranno, fino ad un massimo di quindici partecipanti.
Venerdì 7 e sabato 8 giugno 2019 è andato in scena il tradizionale spettacolo teatrale degli allievi di terza superiore delle scuole di Poschiavo. Fin dal titolo era però chiaro che di tradizionale ci sarebbe stato ben poco. Straniero era il titolo, la parola greca XENOS, che, in un gioco di parole, significa appunto STRANIERO.
Anche per quanto concerne il tema di tradizionale c’era ben poco perché lo spettacolo non era basato soltanto sul significato che questo termine ha nell’immaginario comune ma si è andati a fondo, nella parte più buia dell’animo umano, per trovare il punto in cui ognuno di noi è straniero.
L’obiettivo era quello di scavare in profondità, nell’anima, per dar vita ad una rappresentazione dove a farla da padrone fossero le parole, forti, e le azioni, sconvolgenti. E a quanto pare ci sono riusciti!
Il percorso teatrale ha visto alla guida del gruppo di allievi Gigliola Amonini, regista sondriese che collabora da tempo in Valposchiavo.
Era però la prima volta che la Amonini si trovava a lavorare con degli adolescenti spesso con la testa altrove e poca motivazione. Ma la magia del teatro, e del pezzo messo in scena, è stata proprio quella di aver visto trasformare questi ragazzi irrequieti in attori perfettamente calati nel ruolo.
Per leggere tutto l’articolo clicca qui: ilbernina.ch/2019/06/27/il-gioco-della-finzione-apre-le-porte-alla-realta/
Ennesima conferma per il Laboratorio teatrale Pgi, condotto da Gigliola Amonini, che quest’anno ha portato in scena in Casa Besta a Brusio l’interpretazione teatrale di un trattato sociologico del prof. Domenico De Masi. Giovedì prossimo l’illustre studioso sarà ospite a Le Prese in Valposchiavo.
Si è registrato il tutto esaurito per lo spettacolo del Laboratorio teatrale Pgi per adulti tenutosi il 18 e il 19 maggio 2019 in Casa Besta a Brusio. Dopo quattro mesi di formazione e di condivisione intorno all’arte della recitazione, i partecipanti al percorso hanno proposto mediante la conduzione e la regia di Gigliola Amonini una sperimentazione teatrale dal titolo “Semplicemente”, ricca di contenuti filosofici e sociologi attinti dal volume Una semplice rivoluzione del sociologo Domenico De Masi. Record di presenze attoriali per lo spettacolo: ben 16 i performer saliti sul palco, provenienti dalla Valposchiavo e dalla Valtellina, che hanno dimostrato di destreggiarsi abilmente di fronte al pubblico, emozionando scena dopo scena. Si sono alternate nello spettacolo parti corali frenetiche, aritmiche, incontrollate, rappresentazioni delle dinamiche della nostra ‘imbizzarrita’ società post-industriale, con diversi monologhi su questioni filosofiche e sociologiche, dove l’espressione vocale e la mimica del singolo attore catalizzavano totalmente l’attenzione degli spettatori. Una difficile impresa quindi per gli interpreti, superata però brillantemente; non è certo facile tener alta l’attenzione su temi quali l’utilizzo del tempo, il confronto tra società rurale, industriale e post-industriale, alienazione riguardante aspetti lavorativi, occupazione, disoccupazione, ore straordinarie, sostituzione della forza e intelligenza umana con macchine, robot e intelligenza artificiale.
Uno spettacolo che per molti versi ha scosso provocatoriamente il pubblico; e conscia di questo la regista Amonini riferisce: «Non voglio proporre un teatro “classico”, voglio invece un teatro in linea con la nostra modernità, con la nostra attualità, che funga da specchio alle dinamiche complesse e ai controsensi della nostra società. Il fine è provocare il pubblico, disturbarlo, incomodarlo e in questa maniera farlo riflettere sulle più importanti tematiche della nostra epoca. Se il pensiero delle situazioni proposte sulla scena ritornano a distanza di tempo come un rigurgito, bene, il fine è raggiunto».
Fin dalla scena introduttiva di “Semplicemente” il pubblico capisce che sta assistendo a uno spettacolo inusuale, con un pulsante battito a pieno volume e delle larve “umane” che strisciano sul palco: condizione primigenia dell’uomo, animale esistenziale inerte e schiavo del lavoro.
Tuttavia, anche se sembra dominare un certo pessimismo sulla nostra condizione umana passata e presente, la rappresentazione pian piano si apre a una visione positiva del futuro, di un mondo dove al centro non vi è più il lavoro stressante, la fatica fisica snervante, il denaro, il consumismo, bensì la consapevolezza che è meglio coltivare la felicità attraverso la condivisione, l’amore, l’amicizia, il culto della bellezza e dell’estetica, e la creatività. Quest’ultimo aspetto è stato messo in scena ironicamente con tre umanoidi-bebè dal grande testone, viventi nell’anno 2999, ossia nell’epoca oziosa dove non esiste più il lavoro faticoso, che, divertiti, ridono della nostra civiltà “economista” fondata sul mercato, osservandola come “un fatto archeologico”.
La sperimentazione teatrale trae spunto dal trattato sociologico Una semplice rivoluzione di Domenico De Masi. Questa “semplice rivoluzione” della nostra società, forse tutt’altro che semplice, ovvero piuttosto complicata da decifrare, la stiamo vivendo magari senza una piena consapevolezza: le nuove tecnologie di comunicazione, le nanotecnologie, l’intelligenza artificiale affiancano la crescente disoccupazione, il lavoro umano è sostituito da robot e da dispositivi elettronici, il continuo allarme di un crack finanziario, il passaggio da lavori pesanti a lavori creativi, etc..
Questo cambiamento spesso ci disorienta.
Cogliamo quindi l’opportunità di avere in Valposchiavo l’illustre sociologo Domenico De Masi che ci fa gradita visita giovedì 23 maggio 2019, alle ore 20.30, presso l’Hotel Le Prese. Sarà un incontro dove il professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma ci illustrerà i mutamenti rivoluzionari della società post-industriale partendo dalla sua recente pubblicazione Il mondo è giovane ancora. Attraverso il suo pensiero intorno ai paradigmi di longevità e vecchiaia, digitali e analogici, lavoro e ozio, paura e coraggio, intelligenza e sentimenti, leggerezza e felicità, etc., «De Masi offre un’accurata e convincente istantanea del tempo che stiamo vivendo, un’inquadratura realistica e carica di speranza che descrive chi siamo e come saremo».
Sociologo, opinionista e conferenziere impegnatissimo, De Masi è arrivato fra le nostre montagne prendendosi il tempo in un calendario fittissimo d’appuntamenti per presentare le sue analisi, teorie e visioni a valposchiavini e valtellinesi accorsi per ascoltarlo. Accogliere un ospite di tale levatura è stato di intenso gradimento per la Pro Grigioni Italiano che ha dato il benvenuto all’illustre personaggio con ben tre delle sue figure di riferimento: il presidente Franco Milani, la presidentessa della sezione Valposchiavo Begoña Feijoo Fariña e l’operatore culturale Giovanni Ruatti.
«La conferenza corona idealmente il progetto relativo al laboratorio teatrale per adulti condotto da Gigliola Amonini che quest’anno ha proposto uno spettacolo in Casa Besta ispirato al saggio di De Masi – riferisce Ruatti. E’ un onore per noi avere un personaggio di tale spessore intellettuale ed è anche molto stimolante approfondire in un evento pubblico i temi toccati dalla sperimentazione teatrale direttamente con l’autore dei concetti».
In un incontro denso di contenuti, moderato dal teologo con studi in psicologia sociale Antonio Di Passa, si è partiti dal concetto di disorientamento degli individui della nostra società per arrivare a parlare della felicità seguendo la struttura del volume “Il mondo è giovane ancora”. Sono state ben due ore di argomenti complessi espressi dal sociologo a favore della comprensione del pubblico con fluidità e semplicità incomparabile. Diversi i temi trattati: la mancanza di un modello per la società post-industriale che crea uno smarrimento generale, il divario fra i digitali e gli analogici, la diminuzione delle ore lavorative a favore delle ore del tempo libero, l’ozio creativo, la disoccupazione creata dalle nuove tecnologie, i giovani e l’informatica e i social media, l’informazione ai tempi d’oggi, l’aumento delle post-democrazie e dei governi prefascisti.
Infine, giunge dal sociologico di Ravello la proposta che la felicità nel mondo si possa raggiungere con un “grande patto sociale” che coinvolga le diverse categorie (digitali e analogici, anziani e giovani, ricchi e poveri, paesi sviluppati e sottosviluppati) in modo da favorire una ridistribuzione della ricchezza mondiale (ora appannaggio di pochi ricchi) a favore della moltitudine globale.
A fine conferenza i partecipanti del laboratorio teatrale soddisfatti e a tratti emozionati, hanno avuto modo di colloquiare con l’autore che ha ispirato la sperimentazione teatrale. Riflette la regista Amonini: «Dalle parole e nello sguardo del professor De Masi scoccano frecciate di speranza, sferzate di aria nuova sulla bellezza del futuro. La sua presenza è come una folata di vento che scompagina i pensieri, infonde energia, attiva la volontà di ripristinare nuove scale di priorità su cui svettano, trionfanti, attività come contemplazione, convivialità, silenzio, bellezza».
Infine la conferenza si conclude, l’immaginaria porta spalancata dal vento si chiude, ma nulla rimane come prima se non la certezza che “il mondo è giovane ancora”.
Pgi Valposchiavo
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